Raccontare il mondo e poi vedere il cielo

Viaggio interiore

Tiziano Terzani (Firenze 1938- Orsigna –Pt- 2004)

Un nome, un uomo, un giornalista, corrispondente dall’Asia per diversi giornali per circa 30 anni; scrittore di ampia notorietà e autore di libri molto venduti, che hanno raccontato grandi eventi, personaggi importanti e alcune delle guerre nel mondo dagli anni ‘70 fino alla fine del secolo passato. 

Ma il posto che Tiziano Terzani occupa nel panorama culturale italiano non è dato solo  dal successo raggiunto nella sua carriera: egli  è rimasto nel cuore di molti di noi soprattutto perché con la sua vita, prima ancora che con i suoi articoli e saggi, ha incarnato con assoluta autenticità e coerenza  il prototipo dell’intellettuale in perenne lotta con il modello capitalista  e le sue logiche di sfruttamento di popoli, bellezze e risorse naturali, sempre in prima linea per denunciare prevaricazioni, ingiustizie e discriminazioni,  come un eroe del suo tempo alla conquista di un mondo migliore. 

 E infine c’è ancora un altro Tiziano Terzani da scoprire attraverso i documenti che ci ha lasciato, soprattutto l’ultimo libro Un altro giro di giostra: quello che “sboccia” proprio nella tappa conclusiva del suo percorso esistenziale,  in cui prende le distanze dalla sua attività di giornalista e di uomo dalle numerose passioni  per il “mondo” e per le vicende della  politica in generale,  per dedicarsi all’ultimo viaggio: l’incontro con la morte, che Terzani si vede annunciata da una malattia incurabile. Dopo un percorso di elaborazione e di ricerca della “cura”, il giornalista ormai famoso e sazio dei molti giorni vissuti con pienezza accetta serenamente “quello che sarà”,  come un’altra occasione di conoscenza, per lui sempre assetato di sapere. La morte, al di là del tabù che generalmente rappresenta per tutti noi “civilizzati”, della paura e del rifiuto che suscita istintivamente, si propone per Tiziano Terzani come una esperienza unica e ineludibile della vita stessa, una possibilità preziosa per  esplorare ancora  più profondamente il senso ultimo dell’esistenza.   La malattia coincide con il momento in cui Tiziano, già deluso dai fallimenti delle varie rivoluzioni  della grande Storia, e comunque stanco del tanto “fare” e persino “viaggiare”, aveva già  rivolto il focus della sua mente e del suo cuore  verso l’interiorità proprio a partire dal suo amore per L’Oriente. 

L’Oriente – la cultura dell’Oriente –  studiato e abitato per gran parte della sua vita, diventa in questo senso materiale privilegiato di indagine e di ricerca, una possibilità di risposta al suo eterno desiderio di Bene e di Assoluto. L’Oriente e il suo patrimonio di tradizioni  filosofiche, di millenaria spiritualità… L’Oriente, che pur nella diversità delle varie dottrine che hanno segnato la storia delle sue religioni, restituisce all’uomo occidentale, in cui Terzani si riconosce, una visione soprannaturale della vita e della morte e della vera “felicità”.  

 Già nel 1993, l’anno del viaggio in Asia raccontato nel libro che qui proponiamo –  Un indovino mi ha detto –  l’autore si riscopre non senza sorpresa disponibile a fare un passo verso l’”oltre”. Dopo aver superato dubbi ed esitazioni, acconsente infatti all’esortazione di un indovino che a Hong Kong  nel lontano 1976 gli disse di non prendere aerei, per non correre il rischio di perdere la vita. E in quello stesso anno, on the road dei paesi che sta visitando e che può ammirare più attentamente  perché, senza voli,  si trova comunque a contatto ravvicinato con uomini, città e paesaggi, continua a cercare incontri e dialoghi con gli indovini dei luoghi che attraversa.  Il mistero, lo spirito, la potenza del divino hanno tracciato una breccia che non si chiuderà più  nell’animo di Tiziano Terzani.

La prova durissima e poi la conquista della capacità di meditare, con cui si chiude l’avventura del racconto sono il suggello del vero mondo nuovo che si apre. Il mondo dell’essere, dell’impermanente, da cui noi esseri umani proveniamo a cui ritorniamo, a cui ormai Tiziano Terzani  aderisce con piena consapevolezza. Non a caso il titolo di uno degli ultimi libri: La fine  è il mio inizio.

 L’amore per la vita  è più forte delle cellule che decadono e si trasformano. Tutto muore certo, ma siamo  qui su questa Terra come una necessità della  nostra natura divina, ovvero quell’ essere e sentirsi parte del Tutto che ci trascende. È Dio… È Amore… È tutto quello che abbiamo.

D.


Leggi anche la riflessione Alla ricerca della cura dell’animo.

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Oppure riprendi Il viaggio per caso di Tiziano Terzani


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